Questo ampio isolato era stato interpretato all'epoca dei primi scavi ottocenteschi come il Foro Boario, ossia un’area di mercato per la vendita dei buoi, sulla base del rinvenimento di molte ossa bovine. Le successive indagini archeologiche hanno invece messo in luce le tracce di un grande vigneto coltivato secondo il sistema della vitis compluviata descritto nelle fonti antiche, che prevede i tralci disposti dall'alto verso il basso così da creare quattro festoni.

Accanto al portale d’ingresso due triclini in muratura erano destinati ad accogliere gli avventori durante gli spettacoli del vicino anfiteatro; un altro si trova nell'angolo nord occidentale dell’area. Qui si collocano anche il torchio e 10 grandi contenitori in terracotta infossati nel terreno, i quali erano destinati a contenere il risultato della vendemmia che si stima essere stato intorno ai 120 ettolitri. Oggi l’area ospita una vigna sperimentale, dove sono stati impiantati vitigni autoctoni.


Data di scavo: 1813-1814; 1933-1935; 1954-1955; 1968-1972.