Nel territorio di Boscoreale, suburbio nord pompeiano, vennero eseguiti, tra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento, numerosi scavi archeologici: eseguiti a cura di privati, proprietari dei fondi, essi erano finalizzati soprattutto alla scoperta ed al recupero di decorazioni parietali e pavimentali e di oggetti di valore, che sono generalmente confluiti nelle collezioni di vari Musei (il Museo Nazionale di Napoli, il Louvre di Parigi, il Metropolitan Museum di New York), o in collezioni private.
Vennero così alla luce una serie di villae rusticae (circa trenta) che costituivano gli elementi della fitta rete di insediamenti produttivi operanti nel I sec. d. C. alle pendici del Vesuvio e nella vicina piana del fiume Sarno. Tali insediamenti erano semplici aziende agricole di piccole e medie dimensioni a conduzione familiare o affidate a schiavi ma anche complessi di più ampia dimensione, con settori residenziali sontuosamente decorati destinati alla saltuaria presenza del ricco proprietario e settori destinati alle lavorazioni e alla manodopera servile. Grazie alle condizioni ottimali di conservazione di strutture e suppellettili, determinate dal seppellimento con materiali vulcanici dell’eruzione del 79 d.C., i dati di scavo hanno consentito di ricostruire le diverse fasi di trasformazione dei principali prodotti agricoli dell’area vesuviana: il vino, destinato anche all’esportazione, e l’olio, destinato per lo più al fabbisogno del mercato locale.
Gli edifici, dopo ogni esplorazione, erano in genere reinterrati.
In alcuni casi (Villa della Pisanella) essi rimasero in luce e per questo motivo andarono soggetti a successive e ripetute spoliazioni, per cui ben poco è rimasto in situ.
ALTRE VILLE
La Villa della Pisanella
La Villa della Pisanella, scavata fra il 1895 ed il 1899, è oggi risepolta. La struttura è costituita da una ‘pars urbana’ riservata al proprietario (stanze di soggiorno decorate in III stile, un quartiere termale) ed una ‘pars rustica’, con dormitori per la servitù, un panificio, una stalla, una pressa per il vino (torcular) ed un frantoio per l’olio (trapetum). Dalla capacità dei contenitori ritrovati nella cella vinaria si deduce che la villa gestiva circa 24 ettari di terreno. Proprietario ne fu, secondo alcuni studiosi, Lucius Caecilius Iucundus, famoso banchiere di Pompei.
Nel 1895 vi si rinvenne un tesoro di argenteria andato disperso fra il Museo del Louvre e la Collezione Rothschild. Il tesoro era composto da 1037 monete d’oro (pari a 102.800 sesterzi) e da un servizio di argenteria composto da 108 pezzi di epoca augustea. I pezzi più importanti sono costituiti da due coppe con il ‘Trionfo di Tiberio’ ed ‘Augusto in trono’, bicchieri con eroti, con animali e con scheletri di filosofi, due brocche con Vittorie sacrificanti, una patera con il busto dell’Africa e due phialai con busti-ritratto a rilievo.
Del Tesoro facevano parte anche alcuni gioielli. Dalla villa provengono inoltre numerose testimonianze dell’ instrumentum domesticum ovvero suppellettili di uso domestico.
La Villa di Fannio Sinistore
La Villa di Publius Fannius Synistor fu scavata nel 1900 nel Fondo Vona, a Boscoreale. La sua attribuzione deriva da un nome iscritto sopra un vaso metallico. Negli ultimi tempi fu forse proprietà di L. Herius Florus, di cui si rinvenne il sigillo.
La villa era decorata con stupende pitture in II stile pompeiano, affini a quelli della Villa dei Misteri e datate intorno al 40-30 a.C.. Le pareti più belle furono smembrate fra i musei di Napoli, New York, Bruxelles, Parigi, Mariemont e Amsterdam.
Sul lato nord del cortile era disposta una serie di ambienti decorati: un cubiculum con vedute di città e paesaggi architettonici; un oecus, contrapposto all’ingresso, decorato con una megalografia dipinta contro lo sfondo di un portico colonnato. Qui, al centro della parete di fondo, era dipinta Venere con Amore, a sinistra Dioniso ed Arianna, a destra le Tre Grazie; sulle pareti laterali a fondo rosso erano raffigurati sovrani macedoni ed ellenistici assieme al filosofo Menedemo di Eretria. Ai lati esterni dell’ingresso dell’ oecus erano dipinte figure alate.
Villa rustica in loc. Villa Regina
Villa di Via Casone Grotta
Villa recentemente rinvenuta nel territorio di Boscoreale e di cui è stato scavato il sacello domestico, da cui provengono gli oggetti esposti.
Villa di Numerius Popidius Florus
Villa di medie dimensioni con ambienti per il dominus e settore destinato alla produzione di vino. Era di proprietà di Numerius Popidius Florus come attestano due iscrizioni votive rinvenute.
Villa di Marcus Livius Marcellus
Villa scavata solo parzialmente perché situata sotto l’attuale centro abitato di Boscoreale. Attribuita alla famiglia Livia per il rinvenimento di un sigillo con il nome M. Livius Marcellus
Villa in proprietà D’Acunzo
Era una fattoria con osteria (caupona) posta lungo una strada.