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Passione elettorale nelle mura domestiche: un larario, una macina, un candidato

Nuove scoperte nella casa IX 10, 1, e il dialogo possibile tra teoria e prassi della campagna elettorale

Quella elettorale era una passione vissuta con intensità a Pompei: riempiva le strade, riscaldava gli animi. I programmata elettorali di Pompei sono un serbatoio prezioso per ricostruire la storia della città, per inseguire i personaggi che ne plasmarono le vicende politiche e schizzare una prima prosopografia degli antichi pompeiani, per dare un nome ai loro sostenitori, ricostruirne le relazioni sociali e comprendere le ragioni del loro supporto all’uno o all’altro candidato: oggetto di indagini soprattutto di natura storiografica (e.g. Franklin 1980, Mouritsen 1988, Chiavia 2002, Bravo Bosh 2010), i programmata elettorali di Pompei contribuiscono a delineare la vivacità del municipio.

La pressoché totalità dei testi a supporto dei candidati –– si chiamino programmata, si chiamino manifesti elettorali –– è visibile lungo le strade, cosa che naturalmente si spiega con la natura stessa di
questo tipo di testo, destinato ad essere sotto lo sguardo e a impattare su un elettorato quanto più ampio possibile. Finalizzati come erano a persuadere, i manifesti elettorali riempiono le mura delle abitazioni dei candidati e di influenti cittadini che decidevano di supportarli, ma anche le mura di ‘taverne, botteghe, officine, circoli associativi, terme, teatri e locali di tutti, in piena sintonia con la dinamicità dei dintorni del Foro, delle piazzette, dei crocicchi e delle porte urbiche’ (Chiavia 2002: 92)

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