La mostra è un vero percorso visivo e di ascolto nella storia e nella musica dei Pink Floyd.
I suggestivi passaggi sotterranei dell’Anfiteatro che consentivano l’accesso degli spettatori agli spalti, tornano dopo anni visitabili al pubblico e diventano con l’inaugurazione di “Pink Floyd. Live at Pompeii. The exhibition by Adrian Maben”, sede espositiva permanente per future mostre fotografiche.
Circa 80 metri di gallerie dell’ anfiteatro romano più antico e visitabile, mai prima rese fruibili ai visitatori e aperte solo nel 1971 per il concerto della band e nel 1984 per le esigenze di scena durante le riprese del film Gli Ultimi giorni di Pompei di Peter Hunt tratto dal romanzo storico del 1834 di Edward Bulwer-Lytton.
Due settori dedicati a Pompei e alla musica, quella del mitico 1971 (nel braccio sinistro) e alla Pompei dei tempi moderni ( a destra), alla sua lenta rinascita tra restauri, interventi di valorizzazione e eventi nel sito.
Più di 250 foto, tra scatti di scena ed immagini inedite raccontano quei quattro giorni di inizio ottobre dal 4 al 7 del 1971 che divennero leggenda. Scatti originali di Jaques Boumandill, il cameraman di allora; il video del film, con le di interviste che Maben, il regista realizzò negli studi londinesi di Abbey Road mentre David Gilmour, Nick Mason, Roger Waters e Richard Wright erano alle prese con le registrazioni dell’immortale album “The Dark Side of the Moon”, ma anche un video che raccoglie tagli di registrazione di chiacchiere in libertà della band, le cosiddette “Chit Chat with Oysters”. E ancora, filmati di alcuni tra i tanti gruppi attuali ispirati alla mitico formazione. E ad immettere nell’atmosfera di quei giorni la musica immortale della band che accompagna i visitatori lungo i passaggi sotterranei di questa sede espositiva unica e suggestiva.
La mostra ha avuto il sostegno di Edizioni Flavius, Fondazione Bartolo Longo II Millennio, Parmalat CIL srl di Castellammare di Stabia, Marina di Stabia, Pastificio Lucio Garofalo SPA.