Per le fasi più antiche di Pompei le testimonianze di sepolture sono state individuate soprattutto fuori Porta Ercolano e sono costituite principalmente da tombe a inumazione di epoca sannitica (V-IV sec. a.C.), in cui i defunti erano deposti in fosse o in casse di pietra insieme agli oggetti del corredo.
In epoca romana aree di necropoli si svilupparono nell’immediata periferia della città, al di fuori delle porte della cinta muraria dalle quali prendono il nome, dopo una fascia di rispetto di circa 30 metri entro la quale erano di norma vietate le sepolture. Lungo i bordi delle strade che partivano dalle fortificazioni erano situati piccoli raggruppamenti di sepolture o monumenti funerari di vario tipo posti a ricordo del defunto e a segnarne il prestigio sociale. All’interno delle tombe il luogo di ciascuna sepoltura era spesso indicato da un segnacolo lapideo, stilizzazione di un busto umano, detto columella, ai piedi del quale era interrato un vaso contenente le ceneri del defunto.

La necropoli di Porta Ercolano, ubicata a Nord-Ovest, si contraddistingue per la presenza di sepolture appartenenti a cittadini di rango elevato, da connettere probabilmente alla vicina Regio VI, uno dei principali quartieri residenziali dell’aristocrazia.
La necropoli di Porta Vesuvio sorge a Nord, lungo la strada per il Vesuvio. Scavi di inizi Novecento misero in luce alcuni sepolcri monumentali legati a illustri cittadini aristocratici, fra cui la tomba di Vestorius Priscus decorata da un eccezionale ciclo pittorico.
La necropoli di Porta Nola, a Est, mostra testimonianze di vario tipo, fra cui due tombe a schola, un nucleo di urne cinerarie pertinenti a umili sepolture e un gruppo di quattro tombe di pretoriani, segnalate in superficie da cippi.
La necropoli meridionale di Porta Nocera è al momento la più estesa della città. Sebbene ricca di edifici di rilievo, fra cui la tomba di Eumachia, è stata utilizzata soprattutto da cittadini di ceto sociale medio-basso, fra cui molti liberti, che abitavano le vicine regioni I e II.
La necropoli di Porta Stabia, a Sud-Ovest, esplorata già nell’Ottocento, ha restituito nel 2017 un eccezionale monumento funerario in marmo con la più lunga epigrafe funeraria finora ritrovata che narra gli episodi fondamentali della vita dell’illustre defunto, verisimilmente Cn. Alleius Nigidius Maius. Durante i recenti restauri delle tue tombe A e B, è stata aperta la camera della tomba B mostrando il perfetto funzionamento, a 2000 anni di distanza, del sistema di chiusura romano.