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Area Fondo Iozzino

Scavi e Ricerche del PAP – Area Fondo Iozzino

referente PAP        Luana Toniolo

Le indagini nell’area sacra di Fondo Iozzino hanno avuto come obiettivo il completamento dell’esplorazione del settore occidentale del santuario, che nelle precedenti indagini aveva restituito evidenze di fondamentale importanza per la ricostruzione delle pratiche cultuali della Pompei arcaica, con il rinvenimento di uno scudo in bronzo e del più grande corpus di buccheri graffiti dell’Italia meridionale.

Gli interventi del 2017 hanno portato in luce nell’area dello scudo una ventina di punte di lancia in ferro, uno shield band in bronzo verosimilmente pertinente allo scudo e vasellame in bucchero di produzione campana databile tra la fine del VII e la prima metà del VI sec. a.C. È inoltre possibile notare il ricorrere di queste forme in associazioni fisse e ripetute che prevedevano una forma aperta e una forma chiusa, allusive a gesti rituali che al momento siamo in grado di decifrare solo in parte. Alcune offerte inseriscono il santuario nel più ampio panorama dei traffici mediterranei come le lekythoi attiche a figure nere, gli aryballoi corinzi, i balsamari ionici a forma di stivaletto, gli unguentari in faience e i vaghi in ambra.

Gli scavi hanno restituito anche venticinque frammenti di bucchero graffito con iscrizioni di possesso, croci, stelle a cinque punte e alberelli, mentre un caso testimonia un divieto di appropriazione: “sono la coppa di Manie, nessuno mi prenda”. Un frammento di piede ad anello graffito ha confermato l’identificazione della divinità a cui era dedicato il santuario, cioè APA, “padre”, epiteto divino documentato in diverse aree di culto del mondo etrusco e che spesso costituisce l’unico riferimento epigrafico alla divinità maschile venerata, in vari casi associata a paredri femminili.