Johannes Lipps (Eberhard Karls Universität di Tübingen)
referente PAP Francesco Muscolino
Da circa duecento anni il Foro di Pompei è al centro della ricerca archeologica, ma ciononostante esistono ancora settori che non sono stati oggetto di indagini dettagliate. Tra questi rientra il cd. Comitium, edificio posto nell’angolo sud-orientale della piazza, interpretato ipoteticamente come sede per lo svolgimento delle elezioni locali, luogo di amministrazione della giustizia o luogo di mercato.
Nell’ambito del progetto sono state condotte una serie di prospezioni con il georadar nell’area del Comitium e nel portico orientale del foro. Particolarmente significative sono apparse le tracce delle strutture individuate, che restituiscono per la prima volta informazioni sulla conformazione urbanistica dell’area posta all’intersezione tra via dell’Abbondanza e il foro in una fase anteriore all’impianto dell’edificio. Le tracce visibili, seppur con la necessaria cautela, potrebbero essere interpretate come una fila di tabernae allineate su via dell’Abbondanza e i muri perimetrali di una domus. Tutte queste strutture furono rasate in occasione della costruzione del Comitium, intervento che comportò anche il ridimensionamento della confinante casa di Pane (VIII.3.31).
La pavimentazione del “Comitium” fu smantellata dopo il 79, e ciò fornisce una preziosa testimonianza delle attività estrattive per il recupero di materiale da costruzione in atto dopo l’eruzione. Le impronte ben conservate sullo strato di preparazione e alcuni frammenti dello stesso in un strato di lapilli indicano che il pavimento in origine era costituito da lastre rettangolari in marmo bianco. In base ai risultati forniti dai sondaggi di scavo e all’analisi preliminare dei materiali rinvenuti (ceramica e qualche moneta) sembra possibile ipotizzare una cronologia augustea per l’esecuzione di questo pavimento e dell’intero edificio.