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Santuario di Apollo

Scavi e Ricerche del PAP - Santuario di Apollo

Carlo Rescigno (Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”)

Referente PAP          Giuseppe Scarpati

 

Le ultime ricerche condotte hanno permesso di indagare i più antichi orizzonti di vita dell’area e di recuperare dati sulle sistemazioni monumentali anteriori alla costruzione del tempio tardo ellenistico.

Dallo svuotamento delle fosse e dai saggi in profondità è emersa una potente stratificazione composta da accumuli eruttivi: si tratta di un insieme di attività vulcaniche comprese tra la catastrofica emissione delle pomici di Avellino e l’età storica. La complessità delle stratigrafie, che comprendono anche attività antropiche, spiega la presenza di un ridotto ma significativo numero di frammenti in impasto, una frequentazione dell’area del futuro santuario fin dai primi orizzonti di vita della città con possibilità di risalire ben prima, come documenta il rinvenimento, nel corso degli scavi Maiuri, di una fibula ad arco serpeggiante dell’età del Ferro e qualcuno dei nuovi frammenti in impasto dal portico orientale.

Di particolare interesse per le più antiche fasi di vita di Pompei e per l’urbanistica del quartiere prossimo al foro è la scoperta di una strada, seppellita sotto i pavimenti del portico occidentale del santuario, composta da una fitta successione di battuti e da un tratto del muro est di contenimento con più fasi di riattamento. I livelli più antichi sembrano rimontare ancora all’orientalizzante recente, con un’assenza nella manutenzione della strada e un arresto nel suo lento comporsi che copre i decenni compresi all’incirca tra il secondo quarto del V a.C. e la metà del secolo successivo.

La via, e i materiali architettonici provenienti da livelli di giacitura secondaria, permettono di ricostruire un santuario arcaico dominato da un tempio decorato da maestranze cumane. Esso integrava tufo, legno e terracotta in un edificio di respiro monumentale, purtroppo noto solo per disiecta membra. Posto al centro di una corte, forse nella stessa posizione del tempio più tardo, bordato a ovest dalla nuova strada, verso est si attestava su di uno spazio che crediamo sia fin d’ora quello della piazza cittadina, ma nulla è ancora emerso del limite arcaico tra i due complessi a causa di incisive opere di ridefinizione monumentale.

Un’ampia platea di terreno, realizzata a scapito di testimonianze più antiche, rappresentò l’intervento preliminare alla costruzione di un muro di recinzione nel corso del III secolo a.C., accompagnato e infine sostituito dalla edificazione di un complesso di tabernae (fine III- inizi II a.C.) aperte sul foro, il cui muro di fondo, intercettato in più punti nel corso dell’ultimo scavo, costituiva anche il limite tra santuario e piazza pubblica.