Ilaria Battiloro e Marcello Mogetta (Mount Allison University, University of Missouri)
referente PAP Francesco Muscolino
Le nuove ricerche nell’area del Tempio di Venere si sono concentrate nell’area della corte orientale del santuario e sono state accompagnate da una revisione della documentazione precedente, al fine di chiarire le fasi edilizie dell’area sacra e la relativa cronologia. Si riconosce un primo edificio aperto su una strada, la cui natura e funzione restano ancora da chiarire, ma che sembrerebbe databile al II secolo a.C., sebbene siano attestati significativi rinvenimenti pertinenti alla fase di frequentazione del sito in epoca precedente. Tale edificio è stato distrutto contestualmente all’edificazione del tempio oggi visibile e degli edifici annessi. I muri vennero rasati e il materiale riutilizzabile, viene asportato. Tutte le strutture furono obliterate allo scopo di edificare la corte porticata del tempio, realizzata su una gettata in cementizio funzionale alla costruzione dei muri del portico.
In un secondo momento la corte porticata subì una trasformazione, confermata dal rialzamento dei livelli di calpestio, da mettere in relazione a problemi relativi allo smaltimento delle acque piovane.
L’ultima fase di vita del santuario, relativa alla ristrutturazione di età flavia drammaticamente interrotta dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., è confermata da numerose evidenze, come ad esempio un battuto di calce interpretabile come piano di cantiere funzionale alle attività di ricostruzione e ristrutturazione del santuario, verosimilmente danneggiato dal terremoto del 62 d.C.