L’impianto di questa casa risale al II secolo a.C., ma nel corso della ristrutturazione del 62 d.C. dopo il terremoto, fu trasformata in un panificio, adattando gli ambienti del pianterreno ad ambienti produttivi, mentre i proprietari abitavano probabilmente nel piano superiore.
L’attività del fornaio era molto redditizia, come dimostrano gli oltre 30 panifici noti finora a Pompei. Oltre l’installazione di un grande forno per la cottura dei pani nella parte retrostante della casa, la ristrutturazione dell’edificio ha trasformato il peristilio in un ambiente lastricato destinato ad ospitare quattro enormi macine di pietra lavica per macinare il grano e i bacini dell’acqua per lavarlo. Le macine erano azionate da schiavi o asini, i quali spingevano delle travi di legno infilate lateralmente nell'elemento superiore.
Nella stalla a fianco del peristilio fu trovato un intero scheletro di un mulo.
Data di scavo: 1809-1810.