Dell'originario impianto della casa risalente agli inizi del II secolo a.C., si conserva la severa facciata in opera quadrata di tufo aperta lungo Via di Mercurio. Lo spazio interno invece subì alterazioni: i due atri, di cui quello minore scandito da sei colonne doriche, originariamente comunicanti vennero separati,  e alle spalle del tablino fu ricavato un porticato sostenuto da colonne in laterizio.

Nell'ultima epoca della città presso la parete di fondo del piccolo giardino venne inserita la grande fontana che ha dato il nome alla dimora,  a forma di nicchia sormontata da un frontone e internamente rivestita da  mosaici in paste vitree policrome. L'acqua sgorgava da un getto bronzeo in forma di delfino e fluiva attraverso una cascatella a gradini nel sottostante bacino di raccolta; maschere tragiche in marmo decorano gli stipiti della nicchia.

Data di scavo: 1826-27, 1943