La Domus di Leda e il Cigno (visibile dall'esterno) è stata rinvenuta lungo via del Vesuvio durante gli interventi di messa in sicurezza e consolidamento dei fronti di scavo. La casa prende il nome dal raffinato affresco presente in un cubicolo (stanza da letto). La scena, piena di sensualità, rappresenta il congiungimento tra Giove, trasformatosi in cigno, e Leda, moglie di Tindaro re di Sparta. Dal doppio amplesso, prima con Giove e poi con Tindaro, nasceranno, fuoriuscendo da uova, i gemelli Castore e Polluce (i Dioscuri), Elena – futura moglie di Menelao re di Sparta e causa della guerra di Troia – e Clitennestra, poi sposa (e assassina) di Agamennone re di Argo e fratello di Menelao.

L’intera stanza è caratterizzata da decori raffinati di IV stile, con delicati ornamenti floreali, intervallati da grifoni con cornucopie, amorini volanti, nature morte e scene di lotte tra animali. Finanche sul soffitto, rovinosamente crollato sotto il peso dei lapilli, si estendeva l’armonia di questi pregiati disegni, i cui frammenti sono stati recuperati dai restauratori per ricomporne la trama.

Alle spalle dell’ambiente si nota parte dell’atrio della dimora, con pareti dai vividi colori, al centro di una delle quali si può ammirare l’affresco di Narciso che si specchia nell’acqua, secondo l’iconografia classica, rapito dalla sua immagine.

Interessante, nell’atrio di Narciso, è la traccia ancora visibile delle scale che conducevano al piano superiore; ma soprattutto il ritrovamento nello spazio del sottoscala, utilizzato come deposito, di una dozzina di contenitori in vetro, otto anfore e un imbuto in bronzo.  Una situla bronzea (contenitore per liquidi) è stata invece rinvenuta accanto all’impluvio.

Su una delle pareti dell’atrio, posto di fronte all’ingresso della casa è, di recente, emersa anche una grande figura di Hermes (Mercurio) dai vivaci colori.

L’amore e la soavità dei sensi, nelle più svariate forme, trasudano dalle stanze di questa elegante dimora che, già dal corridoio di ingresso, accoglieva gli ospiti con l’immagine vigorosa e di buon auspicio del Priapo, in analogia con quella della vicina Casa dei Vettii.​