La casa, che si presenta come la “versione in miniatura” delle grandi ville aristocratiche sparse nelle campagne fuori città, è una tipologia abitativa utilizzata dell'élite pompeiana poco prima dell’eruzione. La zona dell’ingresso conserva in parte l’impianto originario con un atrio di tipo tradizionale; mentre il giardino è articolato su due aree situate a quote differenti e caratterizzate dalla presenza di due corsi d’acqua artificiali (euripi) fra loro perpendicolari, animati da cascatelle e fontane. Di particolare interesse sono i riferimenti all'Egitto e alla dea Iside, nelle decorazioni parietali, nell'architettura del giardino e nell'apparato scultoreo che è stato ricollocato in copia nell’originaria posizione in cui è stato rinvenuto al momento dello scavo.
Due ambienti si affacciano sugli estremi dell’euripo superiore: a ovest un piccolo vano interpretato come area sacra dedicata alla dea Iside; ad est un letto doppio per pasti all’aperto (biclinio) e una nicchia che imita una grotta decorata da affreschi con temi mitologici. Il pittore dei quadri è un Lucius che ha apposto la propria firma.
Il proprietario, come testimoniato da un sigillo, era Decimus Octavius Quartio, membro del collegio degli Augustali, sacerdoti dediti al culto degli imperatori. È nota anche come Casa di Loreio Tiburtino.
Data di scavo: 1916; 1918; 1921; 1933-1935; 1973.