La casa, che occupa l’intero isolato, è uno degli esempi più rappresentativi di dimora aristocratica romana in cui, con grande simmetria, gli ambienti si dispongono intorno all'atrio e al peristilio tra loro in posizione assiale.

Al centro della severa facciata in tufo si apre il monumentale ingresso inquadrato da capitelli tipici della metà del II secolo a.C., epoca di costruzione della casa. Notevole è un’iscrizione dipinta in rosso e ora protetta da un vetro, che è una delle sette in lingua osca presenti in città e funzionali a fornire precise indicazioni alle truppe indirizzandole verso determinati luoghi di difesa in caso di attacco nemico.

Al centro del grande peristilio scandito da 16 colonne di tufo, su cui si aprono gli ambienti più rappresentativi, è posta una grande piscina decorata originariamente da una pittura raffigurante pesci.

Come si evince dal lungo avviso di locazione, ora perduto, dipinto nel vicolo attiguo, nell'ultimo periodo di Pompei il proprietario Cnaeus Alleius Nigidius Maius, ricco commerciante di origine campana e duoviro della città nel 55-56 d.C., dava in affitto alcuni immobili della vasta proprietà.

Data di scavo: 1810; 1813-1815; 1824-1825; 1827; 1898; 1901; 1943.