Nel lupanare le prostitute, per lo più schiave greche e orientali, esercitavano la loro professione pagate tra i due e gli otto assi (una coppa di vino ne costava uno). L’edificio è a due piani: al superiore ci sono le abitazioni del proprietario e delle schiave, in quello inferiore cinque camere tutte fornite di un letto in muratura si dispongono ai lati del corridoio che connette i due ingressi del pianterreno. Le stanze erano chiuse da una tenda. Sul fondo del corridoio, sotto il vano scala, si vede una latrina.

Sulle pareti del corridoio centrale quadretti con raffigurazioni erotiche raccontavano ai clienti le attività che si svolgevano. Il lupanare prende il nome da lupa termine latino per designare la prostituta.

Data di scavo: 1862.

(ingresso da Vicolo del Lupanare - uscita da Vicolo del Balcone Pensile)