Il Santuario di Apollo è tra i più antichi luoghi di culto pompeiani, costruito in un punto strategico, lungo la via che salendo da Porta Marina conduceva al cuore pubblico della città. La scelta del dio come culto fondante dell’insediamento rimanda alla presenza greca ed etrusca in Campania.

Scavi in profondità hanno permesso di rivelarne le fasi più antiche, documentate da vasi, oggetti votivi e da decorazioni in terracotta che testimoniano la presenza di un tempio arcaico (VI a.C.).

Tra III e II secolo a.C. il vecchio edificio fu totalmente rinnovato, fino ad assumere la forma con la quale, con qualche lieve rifacimento neroniano, giunse ai giorni drammatici dell’eruzione: un tempio su podio, circondato da un porticato, a definire una corte al cui centro è l’altare.

Una sequenza di porte aperte sul muro orientale, un colonnato monumentale munito forse di terrazza collegava il santuario alla piazza forense: qui si svolgevano i giochi gladiatori e le rappresentazioni teatrali dei ludi Apollinares, le feste in onore del dio centrate sulle iniziazioni dei fanciulli e delle fanciulle che in Apollo e nella sua gemella Diana riconoscevano i numi tutelari. Entrambi erano raffigurati in bronzo, sculture pregevoli di epoca ellenistica, custodite al Museo Nazionale Archeologico di Napoli ed esposte qui in copia.

Data di scavo: 1816-1817; 1931-1932; 1942-1943; 1997; 2015.