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Le Terme femminili del Foro: il restauro come rilettura dell’antico

L’intervento di restauro e valorizzazione delle Terme Femminili del Foro Centrale si pone all’interno di una strategia complessiva che negli ultimi anni ha interessato i più grandi stabilimenti termali di Pompei, così da restituire una visione completa della città romana, costituita non solo dal suo tessuto edilizio con le famose domus ma anche da una serie di edifici pubblici, funzionali ad una vita quotidiana ricca e dinamica.  L’intervento condotto si è fondato sulla messa in campo di una corretta metodologia del restauro, a partire dalla lettura della fabbrica nella sua più recente configurazione e giungendo ad una serie di scelte culturalmente consapevoli, anche riguardo agli aspetti “inediti” e rivelati in fase di cantiere. Pertanto l’edificio nel suo complesso rientra a far parte dell’importante circuito di visita delle terme afferenti all’area del Foro, in adiacenza al più noto settore maschile.

Dell’edificio è stato riscontrato il riuso nella sua seconda fase a partire dallo scavo come uno dei primi depositi archeologici che sono nati spontaneamente.

Il cantiere realizzato è da considerarsi straordinario per vari aspetti: in primis ha rappresentato l’occasione per il Parco di restituire alla comunità un monumento sconosciuto ai più, uno dei primi depositi storici del Novecento e noto soprattutto per la suggestiva presenza del patrimonio di reperti ossei antichi, conservati in armadiature lignee, oltre materiali di grandi dimensioni come fistule, bacili e anfore. L’altra ragione di straordinarietà risiede negli esiti dell’intervento eseguito che ha reso possibile “scoprire” superfici dipinte a noi sconosciute a causa delle spesse concrezioni depositate anche in antico che, prima del restauro, ne obliteravano l’eccezionale policromia rendendole pertanto, per lungo tempo ai nostri occhi come intonaci di poco pregio.

 

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