Questa grande casa fu interessata da complesse vicende edilizie e rappresenta il tipico esempio di dimora di una famiglia di alto rango. L’atrio è affrescato con scene dell’Iliade e Odissea. Il peristilio è di tipo “rodio”, con il lato settentrionale più alto.
La casa deve il suo nome a un ritratto di Menandro, un commediografo ateniese, posto nel portico. La casa è dotata di un piccolo quartiere termale al di sotto del quale si trova un ambiente interrato, forse una cantina, nel quale si rinvenne una cassa con 118 pezzi di argenteria, ora esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Questo tesoro era stato nascosto prima dell’inizio dei lavori di restauro e costituiva il servizio di famiglia. Il vasellame comprendeva forme per la mescita del vino, ma soprattutto piatti e coppe da utilizzare durante i banchetti.
Sul lato meridionale si raggiunge il quartiere rustico, dove è esposta la ricostruzione di un carro. La casa apparteneva a Quinto Poppeo Sabino della famiglia dei Poppei, imparentati con l’imperatrice Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone.
Data di scavo: 1928; 1930; 1932.