Tipico esempio di piccola casa per il ceto medio, di forma stretta e allungata, l’edificio risale all’età sannitica. Rispetto alle grandi case, si tratta di un’abitazione in miniatura sviluppata su due livelli, con il piano superiore dotato di un lungo balcone affacciato su Via dell’Abbondanza. Nella carenza di spazio interno, i vani scala erano stati adibiti anche ad altre funzioni: il rinvenimento di una decina di pettini da tessitore nel vano aperto sulla strada ha lasciato ipotizzare che fungesse da bottega tessile.
L’atrio, ricavato da tre ambienti originariamente pertinenti all'adiacente casa di Paquio Proculo, presenta il pavimento rivestito a mosaico e le pareti dipinte in IV Stile con ampie decorazioni a fondo rosso e riquadri con paesaggi pastorali e sacrali. Il viridario che serviva a dare aria e luce all'intera dimora conserva le pareti decorate con motivi vegetali per ampliare visivamente lo spazio; sullo stipite del triclinio è rappresentata una graziosa fontana di marmo, nella quale uccelli vanno ad abbeverarsi.
Data di scavo: 1912, 1922-1924