È una piattaforma digitale che consente di fornire alla comunità scientifica e al pubblico, in forma diretta e non mediata da altri enti o sedi editoriali, notizie e relazioni preliminari riguardanti progetti di scavo, di ricerca e di restauro nelle sedi del Parco. In questa maniera, si mira a trascinare l’idea all’origine di progetti editoriali come “Notizie degli Scavi” nell’era digitale, diffondendo informazioni “in tempo reale” e sfruttando la connettività e l’accessibilità della rete. Il servizio è gratuito e “open access”.

Gli obiettivi principali, che si ispirano ai valori dell’open access, della trasparenza e della condivisione corretta e tempestiva di risultati scientifici ottenuti grazie a finanziamenti pubblici, sono di accelerare e ampliare la diffusione dell’enorme patrimonio di dati e conoscenze di Pompei, Oplontis, Stabia, Boscoreale e Poggiomarino, che è in continua evoluzione grazie a numerosi progetti di restauro, ricerca e scavo stratigrafico.

Il coordinamento dell’e-journal è affidato al direttore pro tempore del PAP, che nomina la segreteria di redazione tra i funzionari del Parco. Il comitato di redazione è composto dai funzionari architetti, archeologi, restauratori, ingegneri e antropologi del PAP. Il Comitato scientifico del PAP si esprime annualmente sulla iniziativa, suggerendo eventuali modifiche e miglioramenti. Per la valutazione dei contributi, la segreteria di redazione si può avvalere anche di esperti esterni.

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“Hic et ubique”: voci e vite nel ‘Salone Nero’ (Regio IX, insula 10)

Partiamo da un dato di fatto: come altrove nel mondo romano, anche nella Pompei primo imperiale a saper leggere e scrivere era soltanto una percentuale tutt’altro che elevata della popolazione, una percentuale difficilmente quantificabile e sulla quale sarebbe opportuno focalizzare nuovamente i riflettori della ricerca. Scrivere era una professione, e i nobili dettavano, delegando l’atto pratico della scrittura a professionisti, a scribi, così come delegavano a loro subalterni incombenze di varia natura. Una firma autografa, però, è segno di una volontà nella stessa misura in cui un saluto può essere un segno personale. Firme autografe e saluti abbondano sui muri pompeiani: trovarne di nuovi negli ambienti che emergono dagli scavi in corso non sorprende. Un nome o una formula di saluto graffiti o dipinti nel bel mezzo di una parete, apparentemente senza nessuna ratio, catturano l’attenzione meno di raffinati dipinti ma hanno una pari e diversa forza comunicativa: i messaggi iscritti sulle pareti lasciano penetrare in segmenti di vita, lasciano intravedere gli uomini che vivevano quegli spazi, ne esprimono il sentire, le velleità, le voci (si veda, per esempio, Scappaticcio 2023, con bibliografia). …leggi tutto

parco archeologico di pompei

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L'età della nostalgia: il sacrario nella Regio IX, insula 10 di Pompei.

Gli scavi in corso nell’Insula 10 della Regio IX a Pompei (Amoretti et al. 2023; Zuchtriegel et al. 2024 a) hanno di recente restituito un ambiente interpretabile come sacrario, con pareti a fondo azzurro, attribuibili al IV Stile e decorate con figure femminili rappresentanti le stagioni, nonché due allegorie, rispettivamente dell’agricoltura e della pastorizia. Per comprenderne meglio il significato storicoculturale occorre richiamare brevemente il contesto più ampio nel quale – almeno negli strati sociali che commissionavano e godevano di questo e simili spazi – il mondo dell’agricoltura è ormai un ricordo nostalgico con cui l’élite urbana ha perso ogni reale contatto. …leggi tutto

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Regio IX, 12: Insula dei Casti Amanti Casa dei Pittori al lavoro

Le attività di scavo previste nell’ambito del progetto “Lavori di Riconfigurazione delle scarpate e restauro dell’Insula dei Casti Amanti- Lotto II” includono anche gli ambienti pertinenti la Casa dei Pittori al Lavoro, nei settori non interessati dalle indagini che l’hanno portata in luce durante lavorazioni susseguitesi dal 1982 al 2005. Nelle precedenti campagne di scavo era stato possibile indagare il settore orientale e centrale della casa che, con ingresso secondario sul vicolo est, si sviluppa sino al triportico che circonda il viridarium. Le lavorazioni ancora in corso si concentrano, invece, sul versante nord-occidentale della domus permettendo di portare alla luce ambienti sepolti dagli strati vulcanici del 79 d.C. e di indagarne, inoltre, l’ingresso dal vicolo ovest. …leggi tutto

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Scene di un’infanzia pompeiana. Nuovi scavi nel cortile della Casa del Secondo Cenacolo Colonnato nell’insula dei Casti Amanti

Pompei ci offre la possibilità non solo di studiare le espressioni complesse di una civiltà antica, ma anche di entrare nei meccanismi di formazione e autoriproduzione che di generazione in generazione l’hanno tramandata e tramutata. È quasi come se potessimo gettare uno sguardo sull’inconscio dell’impero, sulla sua subcultura sommersa di cui parlano ancora le migliaia di graffiti e disegni a carboncino sui muri della città antica (Scappaticcio 2023). …leggi tutto

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Il progetto per l’Insula dei Casti Amanti tra tutela, valorizzazione e fruizione

La realizzazione della nuova copertura e delle passerelle sospese nell’Insula dei Casti Amanti. L’intervento di restauro e valorizzazione dell’Insula dei Casti Amanti nella Regio IX dell’antica città di Pompei prende l’avvio in concomitanza con la seconda fase del Grande Progetto Pompei. A seguito del reperimento di risorse determinate dai ribassi d’asta ottenuti nelle gare d’appalto per l’affidamento degli interventi del Piano delle Opere, la Governance del Parco, rappresentata dal prof. Massimo Osanna, all’epoca Soprintendente, e dalla Direzione Generale del Grande Progetto, all’epoca rappresentata dal generale CC Giovanni Nistri, decisero di reimpiegare quei fondi per predisporre nuovi progetti (ben 10) che sarebbero serviti a continuare il percorso virtuoso di recupero dell’antica città vesuviana. Tra questi progetti i più rilevanti riguardarono la Villa di Diomede, le Terme Centrali, la Casa delle Nozze d’Argento, la Casa di Cerere, la Torre di Mercurio con l’annesso tratto di mura, le Terme del Foro (maschili e femminili), l’edificio ottocentesco detto casa di Rosellino, l’Insula Occidentalis (con le domus di Marco Rufo, della Biblioteca, di Castricio e del Bracciale d’Oro), e l’intera Insula dei Casti Amanti.   Scarica l'articolo …leggi tutto

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Clarke - Fig. 6 Overview Trench OPB 46

Early Results of the 2023 Excavation Season at Oplontis Villa B

When Vesuvius erupted in AD 79 the site known today as Oplontis, Villa B was a busy commercial and residential complex located along the coast about three miles from ancient Pompeii. Italian authorities unearthed it between 1974 and 1991 in a series of campaigns together with its more famous neighbor, Villa A also known as the Villa of Poppaea. Today the site presents a layout centered around a two-story colonnaded courtyard. Excavators found over 1400 amphorae in the process of being washed and readied to receive a new vintage of wine (Thomas 2015; Thomas 2016; Muslin 2016; Pecci et alii. 2017; Muslin 2019; Van der Graaff Muslin forthcoming). To the north, highlighted in yellow, the site preserves the ruins of a Roman street lined with two-story rowhouses (Van der Graaff et alii 2020). …leggi tutto

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D'Auria - Fig. 3

La Casa di Petronia (I 16, 5). Storia di un’abitazione del ceto medio tra il III sec. a.C. e il 79 d.C.

In questo contributo saranno illustrati i risultati delle indagini effettuate nella Casa di Petronia (I 16, 5), tra il 2020 e il 2023, nell’ambito del progetto di ricerca Modi d’abitare a Pompei in età sannitica: la casa ad atrio testudinato, dedicato a un tipo di abitazione caratteristico delle fasi preromane dell’abitato pompeiano, molto diffuso nel III e nel II sec. a.C. Diversamente dalle più note abitazioni di Pompei, la casa ad atrio testudinato presenta, nel settore anteriore, un atrio non molto spazioso, con le aperture verso gli altri ambienti distribuite solo su due lati e mancante del caratteristico sistema del compluvio/impluvio. …leggi tutto

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Anguissola-Olivito Fig. 4

Edilizia domestica, infrastrutture e paesaggio agricolo nel settore sud-orientale di Pompei: il Progetto PRAEDIA

Il progetto PRAEDIA (Pompeian Residential Architecture: Environmental, Digital, Interdisciplinary Archive), avviato nel 2016, prevede la cooperazione tra il Parco Archeologico di Pompei, il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, la Scuola IMT Alti Studi Lucca, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e, dal 2023, del Politecnico di Torino. Il programma di ricerca intende contribuire alla conoscenza del paesaggio architettonico e naturale del quadrante sud-est di Pompei, coincidente con la Regio II, dall’età arcaica all’eruzione del 79 d.C. e, in una prospettiva più ampia, fino alle prime scoperte nel Settecento, agli scavi e ai restauri dello scorso secolo e alle recenti iniziative a favore della fruizione del sito.   Scarica l'articolo …leggi tutto

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Emmerson - Fig. 11

Excavating a matmaker’s workshop at Pompeii I 14, 1/11–14

The building complex at Pompeii I 14, 1/11–14 has now been the focus of two seasons of subsurface excavation by the Pompeii I.14 Project, a collaboration of Tulane University and the Parco Archeologico di Pompei. Beginning at the floor level of 79 CE, the excavation proceeds through the archaeological deposits below the final city, reconstructing its pre-eruptive history piece by piece. While stil …leggi tutto

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Pallecchi_Fig 4

Pompei: il ruolo e l’uso del legno nell’insula VII 14. Dati dalle indagini archeologiche

A partire dal 2016, sulla base di un’apposita concessione ministeriale (DG 553nClass34.31.07/246.7 del 26 gennaio 2016, con relativi rinnovi), l’Università degli Studi di Genova è impegnata in un progetto di ricerca che interessa l’area delle botteghe dell’insula 14 della Regio VII (fig. 1). Si tratta di una zona piuttosto centrale nel tessuto urbano della città, allungata sul tratto di via dell’Abbondanza compreso tra le Terme Stabiane e il Foro. Come si evince dalla documentazione prodotta nei primi scavi, queste botteghe furono individuate nel corso del primo decennio del XIX secolo e furono, poi, scavate a più riprese nei due decenni successivi. Una mappa datata al 1 settembre 1810 mostra già in luce il tratto di via dell’Abbondanza prospiciente la strada, con la facciata dell’insula completamente esposta e il fronte di scavo solo leggermente arretrato rispetto ad essa. …leggi tutto

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