Mettere a sistema i brevi segmenti scritti di uno spazio può certamente contribuire a ricostruirne funzioni e possibili usi: l’esame contestuale delle scritture pompeiane è quello che, da una prospettiva archeologica, permette la ricostruzione di (micro) tessere di storia (per esempio, Benefiel 2010; Benefiel 2011; Benefiel 2015; Hartnett 2008; Opdenhoff 2019). D’altro canto, un’analisi complessiva delle scritture pompeiane in parallelo a quanto è possibile combinare con l’ulteriore evidenza storica e letteraria può aprire nuove linee di ricerca in questa prospettiva, né mancano, infatti, tentativi di ricostruzione della percentuale di scriventi a Pompei (per esempio, Harris 1983, pp.102-111); un’analisi rinnovata, però, si impone alla luce delle più recenti edizioni testuali e alla luce di quanto è emerso in corso di scavi più recenti, e potrebbe guidare a nuovi risultati in termini quantitativi oltre che, naturalmente, qualitativi.
“Hic et ubique”: voci e vite nel ‘Salone Nero’ (Regio IX, insula 10)
Partiamo da un dato di fatto: come altrove nel mondo romano, anche nella Pompei primo imperiale a saper leggere e scrivere era soltanto una percentuale tutt’altro che elevata della popolazione, una percentuale difficilmente quantificabile e sulla quale sarebbe opportuno focalizzare nuovamente i riflettori della ricerca. Scrivere era una professione, e i nobili dettavano, delegando l’atto pratico della scrittura a professionisti, a scribi, così come delegavano a loro subalterni incombenze di varia natura. Una firma autografa, però, è segno di una volontà nella stessa misura in cui un saluto può essere un segno personale. Firme autografe e saluti abbondano sui muri pompeiani: trovarne di nuovi negli ambienti che emergono dagli scavi in corso non sorprende. Un nome o una formula di saluto graffiti o dipinti nel bel mezzo di una parete, apparentemente senza nessuna ratio, catturano l’attenzione meno di raffinati dipinti ma hanno una pari e diversa forza comunicativa: i messaggi iscritti sulle pareti lasciano penetrare in segmenti di vita, lasciano intravedere gli uomini che vivevano quegli spazi, ne esprimono il sentire, le velleità, le voci (si veda, per esempio, Scappaticcio 2023, con bibliografia).