Gli scavi nell’Insula meridionalis, per quanto limitati, offrono così la possibilità di rivalutare una vecchia questione, che giace, per così dire, nell’inconscio archeologico di Pompei. Anzi, proprio perché si tratta di un campione limitato rispetto alla città nel suo complesso, ne emerge la vastità di dati relativi alle fasi post 79 ‘rimossi’ dalla conoscenza archeologica, che si è focalizzata sull’orizzonte del 79 d.C. Ma prima di entrare nel merito, occorre fare una premessa metodologica per comprendere meglio due aspetti: (1) il modello di indagine stratigrafica che ha prodotto questa forma di “rimozione” e di “inconscio archeologico” e (2) i fattori che rendono l’Insula meridionalis un punto nodale nel rimettere in discussione questo modello.