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La torre della casa del Tiaso. Un nuovo progetto di ricerca per la documentazione e la ricostruzione digitale della Pompei “perduta”

Ricerca archeologica a Pompei: il pensiero corre immediatamente agli scavi archeologici. Questi interventi portano alla luce reperti e ritrovamenti di inestimabile valore storico, offrendo agli archeologi importanti spunti di approfondimento sulla cultura e sullo stile di vita degli antichi Pompeiani. L’importanza di tali scavi, nel contribuire ad arricchire, correggere e talvolta persino a rivoluzionare la nostra comprensione della vita quotidiana nell’antica città, è stata dimostrata in modo evidente dai recenti scavi condotti dal Parco Archeologico di Pompei – ad esempio nell’area dell’Insula dei Casti Amanti (IX, 12) o dell’Insula 10 della Regio IX (IX 12: Bravaccio et al. 2024; Zuchtriegel et al. 2024 b; - IX 10: Iovino et al. 2023; Zuchtriegel et al. 2024 a; Onesti et al. 2025; Zuchtriegel et al. 2025; Zuchtriegel 2025).

 Vi si intravede la ristrettezza spaziale e l’interconnessione entro cui si svolgeva la vita dei diversi gruppi sociali; è possibile cogliere, in tutta la sua concretezza, la quotidianità di cittadini, schiavi e bambini, e osservare come la configurazione materiale degli spazi abitativi – case, officine o negozi, magazzini o alloggi per gli schiavi – determinasse le forme della vita quotidiana, sostenendo sogni e paure dell’esistenza. Ma la ricerca archeologica a Pompei è ben più articolata: oltre alla ricerca invasiva sotto forma di scavi, esiste anche una metodologia non invasiva. Presentiamo qui un progetto di ricerca non invasivo: POMPEII RESET, una nuova collaborazione tra il Dipartimento di Archeologia Classica dell’Università Humboldt di Berlino (Winckelmann-Institut) e il Parco Archeologico di Pompei.  L’obiettivo del progetto di ricerca e insegnamento è duplice: in una prima fase, documentare digitalmente ciò che è stato conservato degli edifici, attraverso la creazione di modelli tridimensionali; in una seconda fase, ricostruire ciò che è andato perduto, mediante il cosiddetto twin digitale e attraverso tecniche di ricostruzione digitale e simulazione virtuale. Per quanto unico sia il valore storico dell’antica Pompei, le lacune nella struttura edilizia conservata rendono spesso difficile il compito degli archeologi nel tentativo di ricostruire la complessa quotidianità della città romana. Particolarmente problematica risulta la perdita dei piani superiori nelle zone residenziali: è proprio in questo ambito che si delinea quella che possiamo definire la “Pompei perduta”. Il progetto POMPEII RESET si dedica a questa parte scomparsa dell’antica città. Ciò che è andato perduto viene ricostruito digitalmente, per essere così reso “esperibile”. Il progetto si avvale delle più recenti tecnologie di documentazione digitale e ricostruzione virtuale, aprendo nuove prospettive per la ricerca, la tutela dei monumenti e la trasmissione delle conoscenze nel campo dell’archeologia.
Grazie alle opportunità offerte dall’archeologia digitale, si sperimenta un nuovo approccio ai reperti della Pompei perduta. Sulla base di scansioni digitali dettagliate degli spazi architettonici conservati, si procede alla ricostruzione digitale degli elementi mancanti, rendendo nuovamente possibile comprendere il complesso architettonico come spazio vissuto, luogo della vita e dell’abitare nell’antichità.

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