
Nuovi scavi nella villa dei Misteri: tutela e ricerca in un’ottica di archeologia “circolare”
Se l’inizio del 2025 è stato segnato dalla scoperta di una megalografia di II Stile a tema dionisiaco nella casa del Tiaso (IX 10, 3; Zuchtriegel 2025), nell’estate dello stesso anno l’altro complesso caratterizzato da un grande fregio di II Stile, con tematiche simili anche se declinate in maniera diversa, è oggetto di nuove indagini: ci si riferisce, ovviamente, alla villa dei Misteri. Scoperta nel 1909/10 nell’ambito di scavi in concessione a privati (onde il primo nome “villa Item”), quando oltre al salone dei Misteri furono scavati alcuni ambienti a N di esso, lasciati poi senza idonei presidi di tutela, Amedeo Maiuri, che nell’occasione attivò il primo “ArtBonus” ante litteram nella storia dell’archeologia, chiedendo il supporto economico del Banco di Napoli, si impegnò negli anni 1929/30 a portare la restante parte del complesso alla luce e a restaurarla, oltreché pubblicarla in maniera esemplare nel volume uscito nel 1931.