Lo scavo, fondato su di una sinergia tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura di Torre Annunziata con la finalità prioritaria di contrastare le attività illecite in corso, ampiamente documentate dalle investigazioni, nel tempo si è andato configurando come una innovativa esperienza di tutela attiva di un territorio sito al margine della più nota e famosa città di Pompei entro le mura e al contempo una vera e propria sfida progettuale. Alle istanze di conservazione del patrimonio archeologico di eccezionale rilevanza si affiancano le prospettive di un’ampia fruizione, accessibilità e valorizzazione di un’area archeologica che si sta affermando come un’importante testimonianza culturale dell’agro pompeiano, il più difficile da preservare e tutelare in quanto oggetto di profonde trasformazioni in età moderna.
Un progetto di ‘archeologia giudiziaria’: nuove scoperte nella villa suburbana di Civita Giuliana, Pompei
Il sito di Civita Giuliana, area a nord del Comune di Pompei, è oggetto di una nuova campagna di scavi archeologici che mira a riportare in luce la villa di età imperiale, già conosciuta dall’inizio del Novecento (Stefani 1994), quando fu parzialmente indagata dal marchese Giovanni Imperiali, proprietario del fondo, da cui prende il nome. Sulle tracce degli scavi clandestini che in età moderna si sono concentrati in questo territorio (Osanna, Toniolo 2022), a partire dal 2017 fino ad oggi si sono susseguiti ben cinque cantieri a cura del Parco Archeologico di Pompei che hanno liberato parte dei due settori della villa, pars rustica e pars nobilis, costellati da grandi scoperte e rilevanze archeologiche, uniche nel loro genere.