Cosa cerchi, straniero che entri in questa casa? Davvero vuoi solo ascoltare la mia storia? Non mi capita spesso che qualcuno si fermi a sentire cosa ho da dire. Sono Eutychis, una giovane donna che lavora qui al servizio dei fratelli Vettii: anche loro sono nati schiavi come me, ma sembra che se lo siano dimenticati, da quando sono diventati così ricchi. La mia giornata non ha tregua. Mi alzo all’alba, corro al mercato e porto a casa il cibo con cui i miei padroni si ingozzano la sera nei loro banchetti, ubriacandosi con gli ospiti. Forse non dovrei parlare così di loro, ma lasciami un po’ sfogare. Tutto il resto del giorno lo passo in cucina, io odio questo locale buio e fumoso: le braci scottano sotto il bancone e lo stretto foro nel soffitto non basta a dare aria, mi sento sempre soffocare. Ma tanto a chi importa di me? Per i miei padroni, noi schiavi siamo solo cose da usare fino allo sfinimento, morti noi, ne compreranno altri e poi butteranno via anche quelli. E la sera, spento il fuoco? Continuo a lavorare in questa stanza vicino alla cucina, che dalle immagini erotiche dipinte sulle pareti potete immaginare a cosa serva. Vengono qui gli schiavi della casa, ma anche i Vetti, se non hanno di meglio da fare, o altri uomini attratti dalla scritta all’ingresso con cui sono in vendita. Costo solo due assi, come un bicchiere di vino di bassa qualità, e ai clienti piaccio per i miei modi gentili.
Di notte, quando non riesco a dormire, entro di nascosto nella sala dei banchetti, là in fondo, di fronte al giardino: mi perdo a guardare gli Amorini dipinti sulla parete e sogno che un giorno potrò lavorare come loro per produrre profumi o gioielli oppure mescere il vino, ma finalmente libera, senza un padrone che disponga di me come vuole. I Vettii ce l’hanno fatta e ostentano la loro arrampicata sociale col lusso che li circonda, chissà che il mio nome, in greco buona sorte, porti un giorno fortuna anche a me.
QUARTIERE SERVILE DELLA CASA DEI VETTII
Eutychis era il nome di una schiava menzionata in un graffito all’ingresso della lussuosa domus dei Vettii. I proprietari della casa, Aulus Vettius Conviva e Aulus Vettius Restitutus, erano esponenti di spicco del ceto libertino. La casa è posta all’estremità meridionale dell’insula, della quale occupa per intero la larghezza. Per il tipo di impianto a due atrii, per le strutture in opera quadrata di calcare e i capitelli cubici che fiancheggiano il portale si può far risalire al II sec. a.C.
Eutychis, probabilmente coinvolta sia nelle mansioni domestiche sia nei piaceri erotici, viveva nel quartiere servile, articolato intorno ad un atriolo con un larario dipinto; in particolare doveva essere a lei destinata una stanzetta accessibile solo dalla cucina e decorata con quadretti erotici, lontano dalle sale di lusso in cui i padroni ricevevano i loro ospiti.