Ave, visitatore, sei giunto alla mia tomba, fermati un attimo, ti racconterò la mia storia. Mi chiamavano Mamia, figlia di Publio. Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia illustre, ma ho anche saputo accompagnare la buona sorte con grande impegno e dedizione, lavorando molto nella mia vita in favore della comunità. A Pompei sono celebrata per aver fatto costruire con il mio denaro il primo edificio che innalzava l’imperatore Augusto a dio, appena dopo che il suo culto era stato istituito a Roma. E l’ho fatto nel foro, il cuore della città, donando il terreno dove avevo avuto il privilegio di abitare. Gli uomini realizzavano opere pubbliche per avanzare nella carriera politica. Come le altre donne, io a quella non potevo aspirare, ma, costruendo un tempio per l’imperatore, gli ho mostrato il mio consenso e la mia devozione e ho guadagnato così un ruolo di assoluto prestigio nella società. Con il mio impegno ho meritato la carica di sacerdotessa pubblica, come poche altre donne qui in città. Forse già conosci Eumachia o la incontrerai a breve nel tuo cammino: anche lei come me sovrintendeva il culto di Venere, la dea patrona di Pompei, e di Cerere, la protettrice delle messi, molto cara a noi donne. In segno di rispetto verso il mio ruolo e riconoscenza per la mia opera, i membri del consiglio cittadino mi hanno concesso un grande onore: un prestigioso terreno per il mio sepolcro, immediatamente fuori Porta Ercolano. E anche la tomba, davanti alla quale ora ti trovi, è un segno visibile della mia posizione nella società, perché solo i personaggi davvero onorevoli qui a Pompei ne hanno una simile. Per questo ne vado molto fiera. Ti prego, avvicinati, siediti sulla panca e, leggendo il mio nome inciso sulla spalliera, rivolgi un pensiero alla donna illustre che qui riposa per sempre. Ave atque vale!

 

LA TOMBA NELLA NECROPOLI DI PORTA ERCOLANO

Mamia era una sacerdotessa pubblica che ebbe l’onore di ricevere per decreto dei decurioni il luogo di sepoltura su suolo pubblico, immediatamente fuori Porta Ercolano.  Il monumento rientra nella tipologia delle tombe a schola: un sedile di forma semicircolare in tufo largo più di m 6 e profondo 4, datato nei primi decenni del I sec. d.C.; sulla spalliera si leggeva l’iscrizione di dedica. Si tratta di una tipologia di sepolcro monumentale destinata a esponenti di spicco della comunità soprattutto perché posizionata in un tratto di suolo pubblico compreso tra la porta urbica e la via che conduce fuori città.