Ti saluta, visitatore, Nevoleia Tyche, nota qui a Pompei per essere la donna dalle due tombe. Ti pare strano? Lo capirai conoscendo la mia storia. Sono nata schiava di Lucio Nevoleio, ma con tanto impegno sono riuscita ad affrancarmi dal mio padrone: da lui ho preso il nome quando mi sono liberata. Anche mio marito, Gaio Munazio Fausto, era un liberto come me. Che grand’uomo! Pensa, era membro di ben due collegi, uno addetto al culto dell’imperatore. Tanto ha fatto che è persino riuscito a ottenere dal consiglio cittadino l’onore di un terreno fuori Porta Nocera, dove abbiamo costruito il nostro sepolcro. È una bella tomba, sicuramente un grande traguardo per noi. Ma io… io volevo di più, perché tutti sapessero fin dove può arrivare chi, come me e mio marito, non nasce libero, ma con la propria determinazione e l’aiuto degli dei si fa strada nella società. Così, mentre ero in vita, per celebrarci ho fatto costruire un monumento ancora più bello, in un luogo ancora più prestigioso, fuori Porta Ercolano, dove ti trovi ora. Ricordando le mie origini, l’ho dedicato anche agli schiavi che io stessa ho avuto e poi liberato. Guarda che meraviglia la cornice a girali che corre tutto attorno alla facciata! Ammira su un lato la sedia senza spalliera: ricorda il privilegio di sedersi nei luoghi pubblici che il mio amato Munazio ha ricevuto dal consiglio della città e dal popolo. Sull’altro lato compare una nave, simbolo del commercio che ci ha permesso di prosperare. C’è anche il mio ritratto: sporge lassù in alto, dietro a una finestra, per ricordare il mio ruolo di committente. Ma prima di andartene, mi raccomando, non dimenticare di leggere il testo che ho voluto scrivere sulla facciata: ricorda i meriti di mio marito e insieme a lui celebra anche me stessa. Questa tomba non è solo pietra, è la nostra storia, la storia di due liberti che nati schiavi hanno saputo costruire il loro destino.

 

LA TOMBA NELLA NECROPOLI DI PORTA ERCOLANO

Nevoleia Tyche era vissuta come schiava e dopo la manomissione (atto con il quale il padrone proclamava libero il suo schiavo) volle celebrare la scalata sociale sua e del marito con questo monumento ad altare nella necropoli di Porta Ercolano. Sulla facciata, verso la strada, è visibile una scena di distribuzione del grano – un atto pubblico di munificenza – sovrastata da un’iscrizione: «Naevoleia Tyche, liberta di Lucius Naevoleius, per sé e per Gaius Munatius Faustus, membro della confraternita di Augusto e funzionario suburbano, al quale per i suoi illustri servizi il consiglio comunale, con l’approvazione del popolo, concesse un seggio di doppia larghezza. Questo monumento Naevoleia Tyche costruì durante la sua vita anche per i liberti e le liberte sue e di Gaius Munatius Faustus». Sul lato sud della tomba si vede raffigurato un sedile e su quello nord invece una nave.

Il monumento restò un cenotafio con funzioni celebrative poiché la vera tomba con le loro ceneri è conservata nella necropoli di Porta Nocera: si tratta di un edificio del tipo a recinto, accessibile attraverso un ingresso coperto da un timpano.