Nonostante gli sterri che interessarono la zona nei primi decenni del XIX secolo abbiano cancellato buona parte delle caratteristiche peculiari di queste botteghe, rendendo quasi impossibile l’identificazione della loro funzione specifica, le indagini condotte all’interno del civico 1 hanno permesso di identificarvi un thermopolium. La bottega era costituita da due vani distinti: quello che si affacciava sulla via principale era dotato di una pavimentazione in malta di calce, su cui era allestito un bancone in materiale deperibile, che incorporava alcuni dolia. Il vano retrostante era probabilmente destinato a cucina e prevedeva, forse, la presenza di una latrina allestita in un sottoscala.
Il terremoto del 62 d.C. colpì in maniera piuttosto seria l’area in esame, e alcuni dei vani posti al piano superiore furono interessati dallo scoppio di un piccolo incendio, di cui rimangono tracce nelle stratificazioni al piano terra. In seguito all’evento, si rese necessaria una serie di ristrutturazioni, che sono evidenti nel risarcimento di alcune porzioni murarie e nel rifacimento delle pavimentazioni al piano terra.
La ristrutturazione degli ambienti determinò, talvolta, anche una trasformazione delle loro modalità di utilizzo, come avvenne nella bottega al civico 1, che fu verosimilmente trasformata in una caupona.