Michael Anderson (San Francisco State University)
Referente PAP Marialaura Iadanza
Lo scopo della ricerca è stato quello di esaminare in dettaglio la storia, lo sviluppo e gli effetti della urbanizzazione nella città dalla sua fondazione sino al 79 d.C., sia nell’immediato suburbio sia nel nucleo della città, particolarmente lungo l’asse di Via Consolare. Durante le estati del 2016-2017, gli scavi si sono concentrate sulla Villa delle Colonne a mosaico, dove sono stati effettuati saggi collocati negli spazi aperti della Villa, dietro le tombe che la circondano, e tra la Villa e la lunga fila di botteghe che fiancheggiano la Via dei Sepolcri. Combinato con lo studio dell’edificio, questo lavoro ha rivelato importanti nuove informazioni riguardo alla Villa e alla sua storia urbana, che possono essere così sintetizzate: mentre la data della fondazione del primo nucleo della Villa è rimasta elusiva, è ora chiaro che la topografia originaria dell’area, incluse le tombe Osco-Sannite su cui la maggior parte del complesso sembra essere stato costruito, era a un livello molto più basso della Villa nella sua fase finale. Cambiamenti anteriori della Villa hanno comportato la costruzione di una lunga fila di negozi che costeggiano la Via dei Sepolcri, la cui stretta connessione con la Villa stessa suggerisce una proprietà e un controllo da parte della Villa stessa. Gli scavi nella zona tra la Villa e le botteghe hanno fornito chiara evidenza di un criptoportico voltato a due piani e di stanze adiacenti che circondavano tutto intorno il nucleo della Villa almeno sui fianchi occidentale e settentrionale, servendo a elevare la Villa sugli edifici circostanti. Sebbene concepiti originariamente come componenti della Villa, parte di questi spazi voltati erano stati a poco a poco trasferiti sotto il controllo dei negozi prima del terremoto del 62 d.C. In questo momento, il livello inferiore della stanza occidentale fu completamente riempito con anfore intere e ceramica in frantumi mentre il piano terra del criptoportico divenne lo sbocco di un drenaggio che iniziava nella bottega occidentale. Al primo piano, il criptoportico fu munito di un ampio dolium per la raccolta dell’acqua. Questi elementi erano ancora in posto quando l’eruzione seppellì la Villa, preservando in situ anche il contenitore usato per attingere l’acqua dal dolium.