Il complesso, portato alla luce tra il 1960 e il 1962, era destinato alla commercializzazione del garum, l’apprezzata salsa di pesce molto diffusa nella cucina romana; l’officina occupa interamente l'angolo sud-ovest dell'insula 12, ricavata a spese di una casa ad atrio e un hortus precedenti, esistenti almeno fin dall’all’inizio del II secolo a.C.; i tre ambienti disposti lungo il fronte stradale di Via Castricio fungevano da bottega per la vendita al minuto del prodotto. Il laboratorio vero e proprio per la fabbricazione del garum si trova nello xystis porticato, infatti lungo il suo lato settentrionale ed orientale, sono alloggiati sei dolia seminterrati e chiusi da coperchi di terracotta che servivano proprio da contenitori per la salsa. Numerose anfore da trasporto, rinvenute capovolte al momento dello scavo nel grande cortile posteriore, erano pronte per essere riempite con la salsa e destinate al mercato estero. Gli ambienti residenziali occupano la parte centrale del complesso e si aprono su di una corte scoperta che sostituisce l'atrio. La piccola cucina aperta sullo xystis è decorata con pittura di larario sul fondo bianco. Accanto alla cucina è ubicato un piccolo cubiculum decorato con pittura di III stile, fase finale.
Con il terremoto del 62 d.C. la casa dovette subire danni di un certo rilievo; infatti si notano numerosi rinforzi e risarciture in laterizio alle strutture murarie; le colonne del peristilio, probabilmente in tufo, furono sostituite da colonne in laterizio rivestite di intonaco in bianco, il muro settentrionale del peristilio fu decorato con pittura di giardino che illusionisticamente dilata lo spazio aperto.
Il probabile titolare dell'impresa potrebbe essere riconosciuto nella figura di A. Umbricius Scaurus, uno dei più importanti produttori di garum, tuttavia l’attribuzione è priva di riscontri oggettivi poiché nessuno dei contenitori da trasporto qui rinvenuti presenta il nome di questo produttore.