La casa si apre su un vicolo di via dell'Abbondanza e deve il nome all'aver mantenuto traccia sulle sue pareti di tutti gli stili pittorici sviluppatisi nel corso del tempo.
Costruita alla fine del II sec. a.C., si entra in un monumentale atrio di derivazione ellenistica in cui quattro eleganti colonne corinzie in tufo sostengono il compluvio, attorno al quale si aprono le stanze di ricevimento, impreziosite da una raffinata decorazione pavimentale e parietale.
Il settore posteriore della casa ha invece un aspetto rustico con una stalla, la cucina e vari ambienti di servizio, oltre a un piccolo hortus. Qui si rinvenne una tegola con il graffito fulgur, posata su un cumulo di materiale colpito da un fulmine che era d'obbligo seppellire.
Data di scavo: 1937-1938; 1951
foto di Silvia Vacca