La casa fu eretta nel I sec. a.C. e conobbe una serie di profonde trasformazioni della sua articolazione interna. Come nella Casa dei Vettii, anche qui il tablino viene sacrificato a vantaggio di un giardino con peristilio che diviene il centro di rappresentanza della casa attorno al quale si dispongono vari ambienti affrescati tra i quali il gigantesco oecus, secondo per dimensioni solo a quello della casa del Menandro.
La parete di fondo del peristilio è decorata con il grande e scenografico affresco con Venere stesa all'interno di una conchiglia, che dà il nome alla casa e che è stato oggetto di un grande intervento di restauro terminato nel 2016. Sulla parte inferiore, oltre una transenna, è raffigurato un giardino lussureggiante con piante e animali esotici.
La parte superiore della parete si articola in tre pannelli con scene diverse: a destra una fontana a cui si abbeverano degli uccelli, a sinistra una statua di Marte con lancia e scudo su piedistallo, e al centro due amorini con Venere, protettrice di Pompei e della sfera erotica. La dea, completamente nuda, indossa solo un diadema sul capo e gioielli al collo, sui polsi e sulle caviglie. La casa apparteneva a un ramo della famiglia dei Satrii, molto in vista negli ultimi anni di vita della città.
Data di scavo: 1933-1935; 1951-1953.