Tipica dimora del ceto medio mercantile, arricchitosi alla fine del I sec. d.C. grazie ai traffici commerciali, composta dall'aggregato di più case. La zona più sontuosa dell’abitazione si organizza intorno al giardino, sul cui porticato si affaccia un grande triclinio affrescato con soggetti mitologici e con il pavimento decorato da un intarsio di marmi e paste vitree, detto opus sectile, costituito da rosette e fiori di loto e unico nel panorama pompeiano.
Nel giardino è un piccolo sacello dedicato al culto domestico decorato da un gran dipinto di Marte e Venere con Eros. Il giardino è occupato dal triclinio estivo con al centro una fontana, i cui letti sono affrescati da scene di ambito egizio. Una serie di statue, originariamente collocate in giardino, al momento dell’eruzione erano state spostate in altri ambienti della casa per non essere danneggiate dai restauri in corso. Tra queste, notevole è l'Efebo Lampadoforo, una statua bronzea rielaborazione di temi greci del V sec. a.C., ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, adattata a portalampada, che ha dato il nome all'abitazione.
La casa appartenne probabilmente a Publius Cornelius Tages un mercante di vino il cui nome compare in iscrizioni elettorali lette nelle vicinanze e su anfore rinvenute all'interno della dimora.
Data di scavo: 1912; 1925.