La necropoli si organizza sui lati di una strada che corre parallela alle mura della città. Sono presenti diversi monumenti funerari che esemplificano i modelli di architettura funebre più diffusi tra gli inizi del I secolo a.C., periodo in cui la necropoli inizia ad essere frequentata, e il 79 d.C. Tra questi si segnala la tomba di Eumachia, la sacerdotessa che finanziò nel Foro la costruzione di un edificio. Qui, all'interno di un recinto, è posto l’alto podio sul quale si apre una struttura semicircolare (esedra), all'interno della quale si trova la camera sepolcrale.
Ai lati della tomba di Eumachia sono visibili due tombe con podio sormontato da una edicola che ospita le statue dei defunti. La semplicità caratterizza, invece, le tombe a recinto nelle quali le ceneri dei defunti deposte nelle urne trovano alloggio in fosse terragne o nel basamento del monumento. Le tombe più povere sono indicate dalla presenza di rozzi busti in pietra, detti “columelle”.
Quasi al centro dell’incrocio tra la strada che esce da Porta Nocera e la via sulla quale si dispone la necropoli è visibile il cippo di Titus Suedius Clemens, il magistrato inviato dall'imperatore Vespasiano a sanare gli abusi edilizi compiuti in città dopo il terremoto del 62 d.C.
Data di scavo: 1954-1956; 1996-1997.