Apertura Straordinaria della Villa B a Oplontis dal 12 al 16 giugno

 

Da mercoledì 12 giugno fino a domenica 16 apre la cosiddetta Villa B di Oplontis, nota anche come Villa di Lucius Crassius Tertius. Il complesso sarà visitabile grazie all'università del Texas e al team del professore John Clarke che, durante la campagna di scavo in corso, accompagnerà i visitatori. L'apertura sarà garantita dai custodi Mic. Dal piano terra si potrà ammirare l’antico complesso architettonico.

L’apertura è dalle ore 16.00 alle ore 18.00, durante la quale i ricercatori potranno descrivere le attività in corso. Si accede con il biglietto acquistato per la villa A.

La Villa B a Oplontis

Più che una villa, in base ai materiali rinvenuti e alla funzione degli ambienti è probabile che si trattasse di un'azienda dedita alla lavorazione di prodotti agricoli e all'imbottigliamento e del commercio del vino, dotata di un quartiere residenziale al piano superiore.

All'interno del complesso, che risale alla fine del II sec. a.C., è stato rinvenuto un anello sigillo di Lucius Crassius Tertius, probabilmente il proprietario dell'edificio.

Il nucleo centrale della struttura è costituito da un porticato a due ordini di colonne doriche in tufo grigio di Nocera, intorno al quale si dispongono diversi ambienti di servizio e ad uso produttivo. Sul lato nord si estende una serie di abitazioni su due livelli, separate da una strada in terra battuta.

Nel periodo tra il 1984 e il 1991, gli scavi della cosiddetta Villa B di Oplontis si concentrarono nell’area orientata verso sud, dove si trovavano otto ambienti voltati affacciati su un portico colonnato, all’epoca rivolto verso il mare, di cui rimane visibile soltanto un breve tratto. I materiali scoperti al loro interno - contenitori di vario tipo e dimensione, suppellettili contenenti resti organici, pesi in marmo e terracotta, attrezzi ed oggetti in metallo, oltre ad una grande quantità di melograni inframezzati da strati di fieno – documentano che questi ambienti erano rimasti in uso come magazzini e luoghi di deposito fino al momento dell’eruzione del 79 d.C.

Uno di essi, l’ambiente 10, diventò la tomba di un gruppo di persone le quali, nel tentativo di sfuggire all'eruzione, cercarono riparo al suo interno. Alcuni degli individui avevano con sé oggetti preziosi quali gioielli, ornamenti in osso ed avorio, monete d’oro e d’argento, suppellettili in bronzo. La maggior parte degli oggetti preziosi fu trovata accanto ai corpi, evidentemente avvolti nelle vesti o racchiusi in appositi contenitori di cuoio, stoffa o corda, ma in altri casi si rinvennero direttamente indosso al proprietario.