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Insula Meridionalis di Pompei – Bollettino 2024 n. 02

Il progetto di messa in sicurezza, consolidamento e restauro dell’Insula Meridionalis è stato avviato nel suo settore occidentale, interessando la fascia compresa tra il Tempio di Venere ed il complesso delle cd. terme del Sarno.

Questo settore è caratterizzato da spazi occupati da edifici pubblici e privati, che si sviluppano a partire dall’area urbana a ridosso della viabilità interna e si espandono ben oltre il circuito murario, inglobandolo e sfruttandolo come base d’appoggio per il nuovo fronte degli edifici. Gli edifici, pertanto, si sviluppano su più livelli, con collegamenti verticali realizzati tramite rampe o scalinate.

L’intero settore fu scavato a partire dal periodo del decennio francese fino alla metà del secolo scorso; lo scavo non fu sistematico, interessando nelle prime fasi il livello 0 e poi sviluppandosi nei settori inferiori; queste zone, inoltre, potrebbero esser state utilizzate come aree di accumulo di materiali durante gli interventi di ricostruzione dopo il sisma o per facilitare la spoliazione degli edifici della piazza forense dopo l’evento eruttivo. In epoca post antica, inoltre, sono state interessate da interventi non sistematici e documentati, oltre probabilmente ad accogliere il terreno frutto dello scavo del settore meridionale della città.

Per tali ragioni gli interventi si presentano complessi sia da un punto di vista logistico sia stratigrafico, andando ben oltre i normali limiti cronologici delle ricerche pompeiane.

AREA DEL TEMPIO DI VENERE E DELLE AREE IN ABBANDONO

Nell’ambito dei lavori di messa in sicurezza, consolidamento e restauro dell’Insula Meridionalis sono in corso indagini archeologiche nella zona a ridosso della cinta muraria sotto la Casa di Championnet, cosiddetta “Area in Abbandono” (VIII 2, 0), e negli ambienti del Livello -2 (piano terra) del Complesso degli Horrea (VIII 1, 0) sotto al Tempio di Venere. L’Area in Abbandono è stata già oggetto di indagini archeologiche tra gli anni ’70 e ‘74 del secolo scorso in relazione allo sgombro e restauro della cinta muraria a sud ovest dell’Insula VIII, insula 2. Le attuali indagini archeologiche si pongono in continuità con le precedenti e hanno lo scopo di ripristinare gli ambienti già scavati (3, 4, 5) e mettere in luce quelli non ancora esplorati (1, 2). Lo scavo (fig. 1) negli ambienti 1 (decorato in IV stile) e 2 ha rivelato una grande quantità di materiale edilizio e decorativo (numerosi frammenti di intonaco dipinto e di stucchi) accumulati verosimilmente dopo il terremoto del 62 d.C.

È in corso lo scavo archeologico nel complesso degli Horrea, sotto il Tempio di Venere. L’edifico è stato messo in luce tra gli anni ’50 e ’60 ed è stato oggetto di parziali interventi di restauro e messa in sicurezza negli anni ’70 del secolo scorso. Le indagini sono attualmente concentrate nell’ambiente 75 del Livello -2 (piano terra) nella porzione orientale dell’edificio (figg. 2-3). Il vano risulta interamente riempito da materiale di risulta, in fase di rimozione, a diretto contatto con un deposito di cenere da flusso piroclastico, già parzialmente scavato negli ambienti adiacenti (76-77). Di particolare rilievo è il rinvenimento di un frammento di lastra (dim. 46x35 cm, figg. 4-5) in marmo bianco con iscrizione su entrambe le facce, attualmente in fase di studio.

COMPLESSO DEL SARNO: TERME e PALESTRA IUVENES

A partire dal mese di Settembre 2023, il complesso strutturale del Sarno (VIII 2, 17-23) contraddistinto dai blocchi delle cosiddette “Terme” e della “Palestra Iuvenes”, è stato oggetto di indagini archeologiche conoscitive e interventi di consolidamento e restauro architettonico e specialistico nell’ambito del progetto di “Messa in sicurezza, consolidamento e restauro dell’Insula Meridionalis”. Le attività di scavo sinora eseguite sono consistite nella rimozione dei depositi superficiali, accumuli eolici e antropici, crolli strutturali, dilavamenti di materiali dovuti a scorrimento delle acque meteoriche, formati a partire dall’ultimo decennio del 1800.

Allo scopo di preservare i piani pavimentali nel corso delle lavorazioni di consolidamento e restauro degli apparati murari e dove ancora conservati, dei relativi rivestimenti parietali, i livelli inferiori dei depositi stratigrafici sono stati temporaneamente conservati. Laddove è stato possibile, sono stati esposti in maniera completa i livelli antichi già raggiunti nel corso delle esplorazioni e degli scavi degli ultimi 150 anni, riscontrando la quasi totale assenza di stratigrafia riconducibile all’evento eruttivo del 79 d.C.

Ad oggi le indagini hanno interessato parzialmente il “Piano Terra”, quasi completamente i Livelli -1 e -2 mentre sono stati raggiunti i piani pavimentali di tutti i vani del Livello inferiore, -4.

La disamina delle differenti fasi murarie degli ambienti indagati sui vari livelli ha permesso di documentare l’evoluzione strutturale del complesso ed acquisire dati planimetrici finora non documentati, come nel caso dei Vani v e w del Piano Terra e degli Ambienti VII, VIII e IX del Livello -1.

Nel primo esempio lo scavo, (Figg. 6-7), sta fornendo nuovi elementi sull’articolazione strutturale della porzione sud-orientale, angolo-cerniera, tra le Terme del Sarno e la Palestra Iuvenes.

Similmente, l’indagine del settore occidentale del Livello -1 (Ambienti VII-IX) ha permesso di confermare definitivamente l’esistenza di tre piccole cisterne (Figg. 8, 9, 10, 11, 12, 13). Gli ambienti già oggetto di scavi alla fine del 1800, come è evidente dagli interventi conservativi  riscontrati sia sul piano pavimentale che sugli alzati, sono stati integralmente documentati. L’analisi della stratigrafia muraria ha inoltre permesso di comprendere con maggiore dettaglio la sequenza evolutiva del complesso come doveva apparire al momento dell’eruzione del 79 d.C.

Sono state eseguite verifiche sulla porzione orientale del Livello -2, gravitante nell’area della Palestra Iuvenes, che hanno permesso di documentare l’estensione planimetrica dei vani e (epsilon), z (zeta) n (ni), o (omicron) e p (pi).

L’utilizzo dei locali coperti dei livelli -2, -3 e -4 per lo stoccaggio di reperti da scavo ha avuto conferma nel corso delle indagini, in particolare nelle stanze 11, 12 (Figg. 14, 15, 16), 17, 19 e 20 (Fig. 17) del Piano -4. Sono stati recuperati, preliminarmente censiti e suddivisi per classi tipologiche di appartenenza, reperti di pregio tra i quali elementi in marmo, stucchi, terrecotte architettoniche, laterizi bollati, immagazzinati nel corso del tempo ma la cui provenienza è oggi incerta.

All’interno del vano 18 del Livello -4 (US 113) è stato esplorato un deposito stratigrafico antico caratterizzato da uno scarico unitario di materiali eterogenei tra cui frammenti di intonaci dipinti (Figg. 18, 19), riconducibili a stili pittorici differenti, elementi in marmo, ceramica in prevalenza comune, sporadici frammenti fittili, nuclei cementizi e scarti di edilizia.

Marco Giglio, Luca Borsa, Andreamario Chiatroni

NB. Le figure sono nello slider di immagini in basso e seguono la numerazione progressiva contenuta all'interno del bollettino