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Case senza atrio a Pompei. Un nuovo esempio dalle ricerche in corso nell’Insula dei Casti Amanti

Per la generazione dei nostri nonni, il salotto, quale stanza di rappresentanza e di ricevimento, era una parte indispensabile di ogni abitazione ‘borghese’, ovvero di chi si riteneva a pieno titolo parte del c.d. ceto medio. Durante la generazione dei nostri genitori si cominciò a sperimentare con forme alternative dell’abitare, e non solo. I modelli del vivere insieme tradizionali venivano sottoposti a una profonda revisione, a cominciare dalla famiglia, dal matrimonio, dal rapporto tra genitori e figli. Oggi, la ‘cucina aperta’, che nel primo dopoguerra sarebbe sembrata una caduta di stile inammissibile per una ‘buona famiglia’, è del tutto normale; anzi, esprime un modo, non solo di organizzare lo spazio abitativo, ma dello stare insieme. Oggi, non ci si incontra solo per ‘mangiare insieme’, si socializza anche cucinando insieme. È un esempio di come la storia dell’architettura domestica sia indissolubilmente intrecciata con la storia culturale e sociale di una società. Quella romana, nel momento dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., aveva visto nella casa ad atrio il suo modello di riferimento da circa sei secoli. Lo spazio dell’atrio, con il tablino quale sala di ricevimento durante la salutatio mattutina e con trofei e ritratti della famiglia esposti nelle alae, era necessario per la messa in scena dell’elite romana, non meno della toga e delle congregazioni politiche e sacre negli spazi pubblici (Pesando 1997; D’Auria 2020). …leggi tutto

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Architetture e paesaggi urbani a Pompei Il Sistema informativo dell’Università Sapienza di Roma per l’analisi, la conoscenza e la gestione del patrimonio archeologico: l’Atlante della Regio VII

Dalla conoscenza di Pompei al racconto di una città Gli scavi che si sono susseguiti a Pompei a partire dalla data della sua scoperta (1748) hanno prodotto una quantità immensa di dati che è difficile anche solo riuscire a quantificare ma che può essere recuperata attraverso piante, disegni e documenti di varia natura. Oggi, dopo quasi trecento anni di lavori archeologici, è possibile organizzare tutta questa conoscenza e renderla accessibile anche a un pubblico di non esperti grazie all’utilizzo di strumenti informatici dedicati (i cosiddetti sistemi informativi). Il Parco Archeologico di Pompei, a partire dal 2022, ha aperto alla pubblica consultazione un proprio archivio online (Open Pompeii, https://open.pompeiisites.org/) che raccoglie i riferimenti a bibliografia e dati di scavo del patrimonio visibile all’interno del Parco con foto di decorazioni, strutture, reperti e planimetrie. …leggi tutto

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Storie di confini. L’Insula I 17 e il suo contesto

Indagare le microstorie della dialettica fra spazi pubblici e proprietà private di una città antica, in un sito che ne ha conservato tutte o quasi le tracce del quotidiano, Pompei, è l’obiettivo del progetto di ricerca che dal 2019 l’Università di Bologna, in continuità con il lavoro svolto sull’Insula IX 8 (1998-2017) (Coralini 2017), ha dedicato all’Insula I 17 (Coralini 2022). Esplorato solo parzialmente negli anni 1958- 1959 e sostanzialmente inedito, eccezion fatta per le schede delle singole unità edilizie in Pompei. Pitture e Mosaici (PPM), l’isolato è stato scelto quale caso di studio in ragione della sua posizione nell’organismo urbano e delle sue peculiarità architettoniche. Da un lato, infatti, appartiene ad un settore – il quadrante sud-orientale, caratterizzato da una griglia viaria regolare oltre che da un edificato più rarefatto e da una forte presenza degli spazi verdi – il cui ruolo nelle prime fasi di vita della città attende ancora di essere chiarito. Dall’altro, offre uno dei due soli casi noti a Pompei di peristilio ad arcate, nella Casa degli Archi, I 17, 4 (Simelius 2022, p. 148 e p. 167; Bruni 2023, pp. 87-88; figg. 1-2). …leggi tutto

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Il Capitolium e il settore nord del foro. Nuovi dati a partire dalle indagini stratigrafiche

Gli scavi presso il Capitolium di Pompei rientrano nell’ambito di una convenzione stipulata tra l’Università di Catania e il Parco Archeologico di Pompei avviata nel 2020, volta a indagare l’area prospiciente l’edificio sacro, in prosecuzione con le ricerche iniziate da Enzo Lippolis nel 2017. In totale sono state effettuate tre campagne di scavo, a partire da settembre 2020 e fino a luglio 2022, alle quali hanno partecipato, oltre agli studenti di Catania, l’Università degli Studi del Molise, con Marilena Cozzolino, che ha eseguito a settembre 2020 le prospezioni geofisiche su tutta l’area del Foro (Caliò et al. 2021, pp. 156-157), e il Politecnico di Bari (Rocco, Livadiotti 2018), che si occupa dello studio dell’architettura del complesso santuariale e di questa area del Foro. Più in particolare, obiettivo delle indagini era quello di riportare alla luce l’altare già individuato da Maiuri negli anni Quaranta del secolo scorso (Maiuri 1973, p. 115; Gasparini 2009, pp. 32-35; Lippolis 2017, p. 130 e p.133), situato pochi metri a sud del Capitolium, studiarne l’architettura e la stratigrafia a esso correlata, nonché di capirne meglio il rapporto con l’edificio templare. …leggi tutto

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Indagine sull’archeologia della morte a Pompei Necropoli di Porta Sarno

Tra l’11 luglio e il 5 agosto 2022, per la quarta stagione consecutiva, sono state eseguite le indagini archeologiche, realizzate su concessione del Ministero della Cultura e inserite nell’ambito del progetto: “Indagare l’archeologia della morte a Pompei. Necropoli di Porta Sarno”, che ha come obiettivo principale l’indagine, lo studio, la documentazione, la conservazione e la valorizzazione dell’area e dei monumenti funerari della necropoli di Porta Sarno. Il programma della campagna di scavo 2022 si è concentrato principalmente nella prosecuzione delle indagini del settore D, ossia nello spazio situato tra il recinto funerario della tomba a camera su podium e il recinto funerario di Marcus Venerius Secundius, che comprendeva la tomba a nicchia e l’area ad ovest della tomba di Secundius (Alapont Martin, Zuchtriegel 2023; Alapont Martin et al. 2022, Zuchtriegel et al. 2022) (fig. 1). A est del recinto funerario di Marcus Venerius Secundius, già nella campagna di scavo 2021 era stato evidenziato, fino al piano di spiccato, un monumento funerario a nicchia (US 4028). …leggi tutto

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Pompei. Scavi nel Tempio detto di Asclepio (campagna 2023)

Il Tempio detto di Asclepio (VIII 7, 25) si trova nel Quartiere dei Teatri, all’incrocio tra la via del Tempio di Iside e la via Stabiana, in adiacenza alla Casa detta dello Scultore (VIII 7, 24) (fig. 1). Il tempio è di tipo italico, su altissimo podio, tetrastilo, prostilo; le due pareti laterali e quella di fondo coincidono con quelle del peribolo. L’edificio, di forma approssimativamente rettangolare e sviluppato su un asse centrale di ca. 22 m di lunghezza, è delimitato da una recinzione in opera incerta. Dall’ingresso, posto sul lato orientale e aperto sulla via Stabiana, si accede a un piccolo vestibolo (fig. 2, n. 1) con una copertura sostenuta da due colonne laterizie (resta oggi solo una ridotta parte della colonna meridionale). Il vestibolo immette in un cortile scoperto (fig. 2, n. 2) dal quale si accede alla scala del podio. Al centro del cortile, a ridosso della scalinata, su un basamento in blocchi di tufo è collocato l’altare (figg. 3-4). Questo è del tipo a pulvino con volute ioniche e fregio dorico, e parte inferiore a doppio cuscino con kyma rovescio, anch’esso in tufo (Marcattili 2006, pp. 23-25; Russo 1991, pp. 101-102; Capaldi, Ciotola 2023). …leggi tutto

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Scavando nella notte oscura di Pompei. Il rinvenimento di due vittime nell’ambiente 33 dell’Insula 10, Regio IX

La possibilità di ricostruire, grazie alla collaborazione tra archeologi, antropologi e vulcanologi, gli ultimi istanti di vita di uomini, donne e bambini periti durante una delle più grandi catastrofi naturali dell’antichità, conferisce a chi scava a Pompei una responsabilità particolare. Inoltre, l’opportunità di riconoscere nelle vittime e nelle loro scelte di cercare riparo o di tentare la fuga, di prendere certi oggetti con sé e lasciare altri indietro, fa emergere un comune sfondo di umanità. A volte, però, tale senso di comunità umana rischia di farci dimenticare che per gli antichi la catastrofe doveva essere ancora più mostruosa e inconcepibile di quanto noi oggi possiamo immaginare, dal momento che si ignorava cosa esattamente fossero i vulcani e da che cosa nascessero i terremoti. Lo stesso fatto che il Vesuvio fosse un vulcano, era noto presumibilmente a pochi autori dotti (ne abbiamo qualche traccia in Strab. 1, 2, 18; 5, 4, 8; Diod. 4, 21, 5; Vitr. 2, 6, 2-3), mentre la maggioranza della popolazione ne era verosimilmente all’oscuro. Il grado di alfabetizzazione nella Pompei d’età imperiale e nel mondo romano più in generale è oggetto di dibattito, ma si conviene generalmente che era basso come in tutte le società preindustriali. Solo una parte della popolazione sapeva leggere e scrivere, e di questi solo un piccolo gruppo aveva accesso a testi come quelli di Strabone e di Vitruvio sopra menzionati. …leggi tutto

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Le guerre spagnole di augusto e il monumento di numerius agrestinus equitius pulcher recentemente scoperto a pompei

Nessuno poteva prevedere, al momento dell’avvio dei lavori, che la realizzazione di un cunicolo di ventilazione sul lato est dell’edificio di San Paolino, nuova sede della biblioteca del Parco Archeologico di Pompei, avrebbe portato a una scoperta così importante. I lavori, resisi necessari per evitare infiltrazioni d’acqua che minacciavano l’integrità del patrimonio librario del sito, infatti, hanno portato alla scoperta delle due estremità di una tomba a schola, con un sedile in tufo che termina in eleganti zampe di leone, note anche da altri esempi a Pompei, come la tomba di Mamia e quella del tribunus militum a populo A. Veius fuori Porta Ercolano, databili in età augustea (Torelli 2020, pp. 330-335; Castiglione 2023, pp. 257-259). Sullo schienale della tomba si intravedevano inizio e fine di una grande iscrizione, in lettere molto regolari e con resti di colore rosso all’interno delle cavità. …leggi tutto

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Un progetto di ‘archeologia giudiziaria’: nuove scoperte nella villa suburbana di Civita Giuliana, Pompei

Il sito di Civita Giuliana, area a nord del Comune di Pompei, è oggetto di una nuova campagna di scavi archeologici che mira a riportare in luce la villa di età imperiale, già conosciuta dall’inizio del Novecento (Stefani 1994), quando fu parzialmente indagata dal marchese Giovanni Imperiali, proprietario del fondo, da cui prende il nome. Sulle tracce degli scavi clandestini che in età moderna si sono concentrati in questo territorio (Osanna, Toniolo 2022), a partire dal 2017 fino ad oggi si sono susseguiti ben cinque cantieri a cura del Parco Archeologico di Pompei che hanno liberato parte dei due settori della villa, pars rustica e pars nobilis, costellati da grandi scoperte e rilevanze archeologiche, uniche nel loro genere. …leggi tutto

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