La dimora deve appunto il suo nome al busto in terracotta della dea Cerere, divinità della terra e della fertilità, nume tutelare dei raccolti, rinvenuto in uno degli ambienti aperti sull'atrio, e probabilmente parte degli arredi di un piccolo luogo di culto domestico.
La domus è stata anche oggetto di un piano di valorizzazione e miglioramento del percorso di fruizione che prevede l’illuminazione artistica degli apparati decorativi, la realizzazione di una passerella di collegamento tra l’atrio e il giardino e l’esposizione in teche di reperti rinvenuti nella casa.
Lungo la stessa via di Castricio, sulla quale affaccia la dimora, in un ambiente di fronte, i visitatori potranno tornare ad ammirare lo scheletro di un equide rinvenuto nel 1938 da Amedeo Maiuri, a seguito dell’intervento di restauro e valorizzazione che ne ha consentito un nuovo allestimento, che ne riproporrà l’esposizione in una posizione scientificamente più corretta, con una struttura e con materiali nuovi, adatti al microclima e in grado di assicurare le necessarie condizioni di tutela del cavallo.
Tutti i dettagli degli interventi saranno illustrati il 14 giugno alle ore 11,30 dal Direttore Gabriel Zuchtriegel assieme ai funzionari responsabili di zona e dei cantieri.
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