Qui, come altrove, mulino e panificio sono connessi perché il luogo di produzione della farina e quello della lavorazione sono parte di uno stesso processo di produzione. Il grano è macinato con grandi macine in pietra lavica, di cui nel panificio si vedono ben cinque esemplari. Queste sono formate da due elementi: uno inferiore a forma di cono (meta) e uno superiore a forma di clessidra (catillus). Il grano si versa nel catillus che girando, trainato da schiavi o animali, lo macina facendolo cadere di sotto.

Nel grande forno posto al centro dell’edificio era cotto il pane, di diverse forme, la cui vendita avveniva abitualmente sul posto in un piccolo ambiente con bancone. In questo panificio il bancone è assente; probabilmente il pane era prodotto o su commissione oppure venduto all’ingrosso o da venditori ambulanti, detti libani.

Data di scavo: anni ’20 dell’Ottocento.