Porta Nola è così chiamata perché vi usciva la strada che conduceva al centro antico di Nola. Una iscrizione in lingua osca, ora al British Museum, sulla facciata della porta ne attribuisce la costruzione al funzionario supremo in carica Vibius Popidius, in piena epoca Sannitica (III sec. a.C.).
La porta presenta paramenti in blocchi di tufo tra loro sovrapposti in modo regolare e volta a botte in opera cementizia, cioè in impasto di malta e pietre. Nella chiave di volta dell’arcata interna è scolpita la testa della dea Minerva, a protezione dell’ingresso alla città. Sul lato esterno la porta è preceduta da due bastioni ai quali si innestano le mura: essi avevano la funzione di costringere gli eventuali assalitori a superare con il fianco non protetto dallo scudo una stretta e pericolosissima gola.
Uscendo dalla città il tratto di mura a destra venne ricostruito per circa 100 m. nel corso del I secolo a.C., con la tecnica dell’opera cementizia, cioè in impasto di malta e pietre. La parte sinistra conserva, invece, l’originaria struttura con base in calcare ed elevato in tufo.
Data di scavo: 1813.