Alla Basilica degli scavi di Pompei la III edizione del Premio “Le pagine della terra”. Proclamato vincitore Marco Valsesia con “La vita segreta delle api”

Si è conclusa ieri sera, nella suggestiva cornice della Basilica degli scavi del Parco archeologico di Pompei, la III edizione del Premio “Le pagine della terra”, il primo concorso letterario dedicato al romanzo green. Dei tre autori giunti alla tappa finale, Gabriele Romagnoli, Valeria Tron e Marco Valsesia, è proprio Marco Valsesia ad aver conquistato la posizione più ambita con il suo “La vita segreta delle api - Storia indomita di un addomesticamento volontario che ha cambiato il mondo che ha stregato la giuria che lo ha proclamato vincitore.   

Una giuria, quella del Premio, variegata e poliedrica a cominciare dai presidenti Ermete Realacci e Enrico Vanzina, e dagli altri membri, nomi di rilievo tutti provenienti da ambiti differenti: Marco Cappelletto, Gaetano Cappelli, Federica Corsini, Barbara Degani, Rosalba Giugni, Giovanni Grasso, Padre Enzo Fortunato, Claudio Gubitosi, Prefetto Laura Lega, Gen. C.A. Antonio Pietro Marzo, Clemente Mimun, Vincenzo Pepe, Antonio Polito, Paolo Possamai. 

Altri riconoscimenti sono stati attribuiti all’artista Michelangelo Pistoletto, che ha ricevuto un premio speciale per la sua ultima opera La formula della creazione, e al sindaco di Londra Sadiq Khan, vincitore di una speciale menzione per il suo libro Breathe: Tackling the Climate Emergency (Egea), con cui promuove la sua personale battaglia per una City più verde e con un’aria più pulita.

“Siamo particolarmente felici di poter inaugurare una proficua collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, sede anche per i prossimi anni della premiazione delle Pagine della terra” ha dichiarato Claudio Cutuli. “Il legame con Pompei per noi è estremamente importante: ciò che è accaduto a Pompei rappresenta la caducità della natura, una natura violenta che ha portato distruzione ma che, al tempo stesso, ha reso quest’antica città romana immortale. Pompei deve la sua storia, la sua fine e in qualche modo la sua rinascita proprio ad essa. Con questo premio noi rendiamo omaggio alla natura attraverso le pagine di scrittori le cui storie sono inscindibilmente connesse con l’ambiente”.

Una collaborazione tra il Parco e il Premio che mira proprio alla valorizzazione di un patrimonio antico attraverso un approccio ecosostenibile che recupera materiali e tecniche antiche dell’arte tintoria. L’accordo con il maestro tintore Claudio Cutuli prevede la produzione di foulard raffiguranti i dipinti e i colori di Pompei, il cui ricavato sarà destinato per il 50% alla conservazione dei beni archeologici del Parco. L’arte tintorea rappresenta un fiore all’occhiello della tradizione artigiana del nostro Paese ed è in totale continuità con la stessa arte celebrata nelle opere murali delle ville pompeiane.  “Quello che emerge qui”, ha sottolineato il direttore degli scavi, Gabriel Zuchtriegel, “ha radici nell’antica Pompei con le sue fulloniche, le antiche lavanderie, dove tutto ero ecologico e naturale. Proprio questo è il nostro intento, lasciare a chi verrà dopo di noi l’amore per la conoscenza di quello che ci circonda, di quello che siamo stati e di quelli che vorremmo che fosse il nostro futuro”.

Tutti i premiati riceveranno una scultura dell’artista Gianni Cudin. Al primo classificato è destinato anche un premio in denaro.

Si sono esibiti durante la premiazione Francesco Rizzo al piano e Pino Melfi alla tromba.